di palme e di roghi

arrivo in ritardo, come è mia consuetudine. vado lenta, me lo consente finalmente l’età. però il fervore giovanile che non si spegne sotto la cenere mi impedisce di non parlarne. Palme in piazza Duomo a Milano. intanto, preferirei dire Trachycarpus, e cioè una Palma di origine cino-birmana. eppoi, come al solito, ci si dimentica che parliamo di un giardino, cioè di un paesaggio antropico, e non di natura. e che costruire un giardino è costruire conoscenza, curiosità verso l’altro e le sue logiche. Gli oscurantismi botanici ci vedrebbero ancora sulle palafitte, nelle foreste del mesozoico, felici e contenti delle 4 erbe circostanti di cui cibarci.e lecitamente armati di fuochi per combattere qualsiasi ombra nuova sul nostro orizzonte.

io invece, come ho già detto troppo spesso,quando parlo di areale mediterraneo penso ad Ulisse, penso a varcare le porte d’Ercole, penso a quanti profumi tropicali ancora non conosco, a quanti frutti non ho assaggiato, a quanto triste sarebbe stata la mia vita se non avessi conosciuto la compassione del Loto e il coraggio della Petrea…

bruciate ciò che non conoscete e che temete, voi che temete la conoscenza….

(e se il vento straccerà le foglie di Musa, anche queste vi insegneranno a conoscere il vento)

  1. E com’è bella la lingua napoletana! Che a dispetto dell’italiano pèsche, ci ricorda inappellabilmente che le persiche – frutto presunto mediterraneo per presunta antonomasia – vengono (almeno) dalla Persia…

    E vogliamo parlare dei pomodori?, sine quibus non esisterebbe la (anche qui presunta) dieta mediterranea…

  2. Gian Antonio Dall'Aglio |

    In primis, bruciare degli alberi vivi per ragioni, come dire, politiche, è un delitto che grida vendetta al cospetto di Dio, come si diceva un tempo. In secundis prima di esprimere opinioni dovrei conoscere: non sono ancora andato nella Milano trachycarpata ma appena lo farò potrò vedere e verificare che effetto mi farà. Peraltro anche quando hanno messo le Phoenix dactylifera al Porto Antico a Genova mi era sembrata un’idea stupida però ora ci sono abituato e non sono neanche male, a ben pensarci…

    Però in teoria e a priori rimango perplesso di fronte all’idea delle palme al Duomo perché mi sembra soltanto un tentativo di farsi notare (nel bene o nel male, purché se ne parli sosteneva Oscar Wilde, no?) per banali ragioni pubblicitarie e di marketing. Se Starbucks avesse messo degli olmi o dei pioppi non se li sarebbe filati nessuno invece così tutti, anche i grulli come me, hanno capito che ‘sti signori americani stanno sbarcando in Italia; che è quello che volevano far capire anche ai grulli come me.

    Mi pare che le persiche e i pomi d’oro siano una faccenda diversa.