dacci oggi il nostro fiore quotidiano

mi trovo ad incontrare molte attività la cui denominazione include “il giardino segreto….”Non mi piace l’idea che ne è alla base: un luogo segreto è di pochi ed è per pochi. in un tempo così aspro, così povero di cultura del bene comune come possiamo accettare che la bellezza sia per pochi, invece che la cura per molti alle ansie, alle astiosità, alle amarezze? sia il giardino tempio della bellezza e specchio della speranza in una umanità più meritevole di tale bellezza.

  1. Biricchin |

    Cara Mary, il giardino segreto è un topos di ristoro e recupero.
    In “un tempo così aspro, così povero”, molti di noi hanno o vorrebbero avere/scoprire un luogo segreto dove rifugiarsi per raccogliersi, incollare i cocci, recuperare un pensiero positivo.
    O forse, più semplicemente, leggere il proprio Sé spogliato dalle pressioni esterne.
    io lo vorrei, metaforico o reale che fosse . . .

    • appunto ai giardinieri il dovere di non chiudere la bellezza di cui hanno cura, ma offrirla a chiunque abbia cocci da riincollare…la costruzione di un giardino non deve essere un opera autoreferenziale, ma dono .

  2. …e quanto a cocci e leggere il proprio sè…sembra quasi che tu sia nel mio quotidiano…proprio in questi giorni sto allestendo una installazione che rimanda alla meditazione e ai frammenti della propria immagine…seguirà foto (quando saremo pronti).

  3. Biricchin |

    se mi dici dove e quando magari passo a vederla.